QUALI LUBRIFICANTI INSERIRE NELLE GARE D’APPALTO ?
Le gare d’appalto sono il principale strumento di cui la Pubblica Amministrazione si serve per concludere contratti di fornitura di beni o l’esecuzione di servizi da parte di soggetti privati (persone fisiche o giuridiche).
Da molto tempo le gare d’appalto contengono disposizioni mirate a far si che le aziende che partecipano propongano progetti sostenibili , con un approccio valutativo degli stessi i guidato dal concetto di LCA (Life Circle Assessment ) in un’ottica di circular economy . Rientrano in questo obiettivo anche i CAM, cioè i Criteri Ambientali Minimi, ovvero i requisiti ambientali stabiliti al fine di individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliori dal punto di vista ambientale. Sono adottati con decreto ministeriale e ai sensi dell’articolo 57, 2° comma del Codice degli appalti la loro applicazione è obbligatoria per tutte le gare d’appalto.
Dei 21 decreti CAM attualmente in vigore, 5 contengono anche disposizioni specifiche relative ai lubrificanti (oli e grassi) impiegati nei macchinari e nei dispositivi usati per l’esecuzione dei lavori.
Il legislatore per quanto riguarda i lubrificanti, contempla due opzioni: lubrificanti e grassi biodegradabili oppure rigenerati; anche se per quanto riguarda i CAM “ Verde Pubblico” e “Infrastrutture Stradali” (quest’ultimo nella parte che riguarda gli spazi verdi), prevede solo l’uso dei lubrificanti biodegradabili.
Che differenze ci sono tra queste due categorie di prodotti e perché viene lasciata la scelta tra queste due tipologie ?
Per quanto riguarda il primo punto, per chi ha conoscenze anche basic di tribologia, le differenze sono davvero tante, in quanto le tecnologie produttive e gli “ingredienti” sono molto diversi . Possiamo dire che hanno una natura diversa. Ancor più evidente è la differenza relativa all’impatto sull’ambiente che i rigenerati e biodegradabili hanno: i primi mantengono le caratteristiche originali e sono molto inquinanti; quindi un loro sversamento accidentale sarebbe estremamente pericoloso.
Al contrario i lubrificanti biodegradabili hanno un impatto meno dannoso e , a seconda delle specifiche caratteristiche, tendono a degradarsi in breve tempo ed in percentuali considerevoli : naturalmente le caratteristiche di biodegradabilità devono essere provate mediante , ad esempio, il possesso di una certificazione ecologica o i risultati di specifici test OCSE.
Queste le prime evidenti differenze.
Se quindi i rigenerati sono potenzialmente inquinanti, perché allora vengono contemplati nei CAM?
Perché rientrano comunque nel concetto di Circular Economy, sono cioè dei prodotti che dopo essere appunto rigenerati con nuovi additivi e trattamenti ad hoc vengono rimessi nel mercato e tornano ad essere perfettamente idonei all’uso cui sono destinati. Il concetto di Circular Economy è finalizzato a ridurre la produzione di nuovi rifiuti e l’utilizzo di nuove risorse e materie prime, mediante un intervento su prodotti e materiali altrimenti di scarto e quindi da smaltire che al contrario tramite questi processi di rigenerazione ritornano idonei all’autilizzzo.
Naturalmente non è sufficiente una dichiarazione dell’azienda che garantisce che un olio o un grasso sono biodegradabili o rigenerati: entrambe le categorie devono avere una certificazione o comunque un documento ufficiale che confermi le caratteristiche vantate.
Vediamo per ciascun gruppo che tipo di certificazione deve essere prodotta.
Per entrambe le categorie gli imballi devono contenere una percentuale minima di plastica.
L’obbligo relativo alla percentuale minima di materiale plastico riciclato dell’imballo è previsto d’altra parte anche dal criterio 5 dell’allegato alla Decisione 2018/1072 che stabilisce i criteri per l'assegnazione del marchio di qualità ecologica dell'Unione (Ecolabel UE) ai lubrificanti.
Da questa sintesi appare abbastanza chiaramente come in materia di sostenibilità dei lubrificanti, il legislatore abbia adottato una definizione ampia nella quale non necessariamente sostenibile equivale a non inquinante, ma che comprende anche prodotti potenzialmente inquinanti ma la cui sostenibilità è data dalla rigenerazione, quindi il processo di ri additivazione che rende i prodotti idonei tecnicamente agli impieghi specifici.
La scelta tra gli uni e gli altri dipende da molti fattori: valutazioni economiche e tecniche innanzi
tutto, ma anche una valutazione ambientale che può risultare determinante ai fini dell’esito delle gare d’appalto ai fini della gara.
Ad oggi la gamma dei lubrificanti biodegradabili è molto ampia e copre gran parte delle esigenze applicative industriali. Anche per i servizi tipici oggetto di gare d’appalto, pensiamo i mezzi impiegati nei cantieri edili o alle macchine tagliaerba necessarie per le operazioni di manutenzione delle aree di verde pubblico: i punti di lubrificazione in un mezzo possono essere diversi, non solo gli oli motore.
La nostra offerta commerciale di oli e grassi biodegradabili comprende FLUIDI IDRAULICI, OLI PER INGRNAGGI, OLI PER ASTUCCI DELL’ELEICA, FLUIDI PER FUNI METALLICHE, FLUIDI PER TRASFORMATORI, OLI PER MOTORI DIESEL AD ALTE PRESTAZIONI.